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Calcemia

A cura di Giancarlo Bausano, Medico Internista, ASL RM B, Roma

Cos’è?

La calcemia è il dosaggio della quantità di calcio circolante nel sangue. Il calcio è il minerale più abbondante presente nel nostro corpo, all’interno del quale svolge diversi compiti importanti come la formazione dell’osso, la coagulazione del sangue e la regolazione della funzione dei muscoli, fra cui anche il cuore.
La quantità di calcio nell’organismo dipende dalla dieta e dalla azione di due sostanze che ne regolano il metabolismo: la vitamina D e un ormone chiamato paratormone, prodotto dalle ghiandole paratiroidi, cosiddette perché si trovano nel collo in prossimità della tiroide.
Solo l’1% del calcio totale presente nell’organismo circola nel sangue e, pur tuttavia, questa quota è molto importante. Se, per qualche motivo, il calcio circolante nel sangue aumenta (ipercalcemia), esso viene fino a un certo punto eliminato dai reni attraverso le urine. Un eccesso di calcio nelle urine può però favorire la formazione di calcoli renali.

Perché si fa?

La calcemia non dovrebbe essere considerato un esame di routine, ma richiesto solo in quelle condizioni in cui c’è il rischio concreto di una alterazione del livello del calcio nel sangue. Infatti, una variazione particolarmente evidente della calcemia, oltre ad essere conseguenza di svariate malattie, può creare di per sé grossi problemi all’organismo. Per esempio, una ipercalcemia può provocare disturbi intestinali (stitichezza) e, nei casi più gravi, debolezza muscolare, aumento della pressione e disturbi cardiaci. Al contrario, un abbassamento della calcemia (ipocalcemia) può provocare inizialmente crampi muscolari e disturbi della sensibilità alle mani e ai piedi che, in casi gravi, possono progredire fino alle convulsioni.
Una ipercalcemia può essere provocata da un aumento della produzione del paratormone da parte delle ghiandole paratiroidi, da un eccesso di vitamina D, da alcuni tumori (con o senza metastasi alle ossa) o, meno spesso, da altre malattie dello scheletro. Al contrario, una diminuzione della calcemia può essere dovuta ad una dieta sbagliata, priva di latte e latticini e con carenza di vitamina D, ad una ridotta produzione di paratormone – per esempio dopo una operazione alla tiroide nella quale sono state danneggiate le ghiandole paratiroidi -, oppure essere causata da alcune malattie renali o del fegato e da alcune malattie intestinali che causano un difettoso assorbimento del calcio nell’intestino.

Come si esegue?

Per il dosaggio della calcemia è sufficiente un normale prelievo di sangue a digiuno da una vena del braccio, ma un prelievo eseguito non correttamente (se ad esempio il laccio emostatico viene lasciato stretto per troppo tempo attorno al braccio) può alterare il risultato. La risposta dovrebbe essere pronta dopo 24 ore.

Interpretazione dei risultati

Negli adulti i valori normali del calcio totale nel sangue oscillano in genere fra 8,5 e 10,4 milligrammi per centimetro cubo di sangue, mentre nei bambini sono leggermente più alti. Quando esiste il fondato rischio di una alterazione della calcemia è sempre bene ripetere l’esame per tre volte, per essere sicuri del risultato.

Si ha ipercalcemia quando i valori sono superiori a 10,5, mentre se i valori ematici sono inferiori a 8,5 si parla di ipocalcemia. Una “falsa” ipocalcemia si può avere però se il livello di albumina nel sangue è più basso del normale: ciò può verificarsi ad esempio durante la gravidanza.

In caso di valori alterati si deve inoltre sempre tenere in considerazione la possibile interferenza di alcuni farmaci: per esempio, cortisonici, diuretici e lassativi possono, se usati per parecchio tempo, provocare ipocalcemia.

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