A cura di Giancarlo Bausano, Medico Internista, ASL RM B, Roma
Cos’è?
Il termine azotemia è piuttosto approssimativo. In realtà con questo esame si effettua la misurazione nel sangue dell’urea: prodotto di scarto del metabolismo delle proteine che viene eliminato quasi esclusivamente dai reni. Per questo motivo i risultati di questo esame vengono considerati un indice della funzionalità renale.
In alcuni laboratori questo esame viene indicato come “azoto ureico”. E anche se dal punto di vista pratico può essere considerato la stessa cosa, si deve tenere presente che i valori normali dell’azoto ureico sono diversi da quelli dell’azotemia.
Perché si fa?
Il dosaggio dell’azotemia è richiesto di routine nelle analisi di controllo, perché fornisce un indice semplice, anche se grossolano, del funzionamento dei reni. Una azotemia molto aumentata è di solito la spia di una insufficienza renale. In ogni caso, per un’indagine più approfondita, la azotemia deve essere sempre accompagnata dalla richiesta della creatininemia.
Come si esegue?
L’esame si esegue su un campione sangue che deve essere prelevato dopo una condizione di digiuno da almeno 8-10 ore.
Interpretazione dei risultati
Valori normali
Azotemia: 20-40 mg/dl
Azoto ureico: 10-20 mg/dl
Per una corretta interpretazione dei risultati della azotemia si deve tenere presente che i valori di questa analisi possono essere influenzati da alcune particolari condizioni, come, ad esempio, da:
- una situazione di disidratazione (che può essere causata da stati febbrili)
- e, soprattutto, dalla quantità di proteine presenti nella dieta.
Si può avere, infatti:
- una azotemia normale in presenza di una funzione renale ridotta, se ci si sottopone ad una dieta povera di proteine
- una azotemia relativamente aumentata (50 mg/dl) con una funzione renale normale, se si ingerisce una quantità eccessiva di proteine (ad esempio, le carni rosse).
Nelle situazioni in cui, invece, è già stata accertata la presenza di una insufficienza renale, il dosaggio della azotemia può essere utile, ad esempio, per programmare una restrizione delle proteine ed evitare i pericoli di una azotemia troppo alta.
In situazioni di grave insufficienza renale, l’azotemia può superare i 200 mg/dl. In tal caso si parla di uremia, una condizione pericolosa caratterizzata da:
- astenia
- anoressia
- ridotta capacità di concentrazione mentale.
Per arrivare fino a situazioni di nausea, vomito, diarrea emorragica, stato soporoso e coma, fino alla morte.
I valori di azotemia risentono anche dell’assunzione di alcuni farmaci; ad esempio, possono aumentare in caso di assunzione di diuretici.
L’esame più utile per l’accertamento della funzionalità renale è la creatininemia.
Azotemia in gravidanza
L’azotemia (e, soprattutto, l’azoto ureico) diminuisce nel corso del primo trimestre di gravidanza e rimane più bassa del normale durante l’intero periodo di gestazione. Analogamente accade per la creatininemia. Pertanto, valori considerati normali al di fuori della gravidanza possono diventare, in questo caso, un segno di alterazione nel funzionamento del rene. La mancata diminuzione fisiologica dell’azotemia nelle fasi precoci della gravidanza deve far pensare ad una malattia renale precedente la gravidanza.
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